Fisioterapia Muscolo scheletrica

Fisioterapia Muscolo scheletrica

La Fisioterapia muscolo scheletrica si occupa del trattamento delle problematiche a carico dei sistemi muscolo scheletrico e nervoso periferico. Questo perché nella sua accezione più recente i fisioterapisti non trattano più i pazienti affetti da queste problematiche con il semplice trattamento manuale passivo, ma a questo aggiungono esercizi terapeutici, metodologie di “pain management” e trattano le problematiche del sistema nervoso periferico che possono presentarsi in associazione a quelle del sistema muscolo scheletrico. La maggioranza dei pazienti che si recano da un fisioterapista presentano come problematica principale il dolore.

I fisioterapisti dello studio Riabilito attuano il Programma Riabilitativo definito dalla Valutazione e dalla Diagnosi funzionale Fisioterapica o dal Fisiatra/Ortopedico, operando individualmente sul paziente con problematica Muscolo scheletrica.

Le metodiche utilizzate in studio sono le seguenti:

Rieducazione Posturale Globale (RPG)

La Riabilitazione Posturale Globale (RPG) è una tecnica riabilitativa volta al riequilibrio delle alterazioni delle tensioni muscolari e delle disfunzioni articolari del corpo umano.

Utilizzando posture guidate, passive ed attive, in cui il fisioterapista utilizza tecniche di terapia manuale, le Catene Muscolari vengono messe in allungamento con l’obiettivo di ottenere un riequilibrio della Globalità delle Fasce Muscolari.

La ricerca della Globalità permette di trattare qualsiasi problematica di dolore alla “radice”, andando cioè a risolvere la causa principale e non solo il sintomo.

L’organizzazione dell’apparato Muscolo-Scheletrico

Il primo concetto su cui si fonda la RPG é quello secondo il quale il nostro Apparato Muscolo scheletrico si organizza in quelle che vengono definite Catene Muscolari. Ovvero non si considerano i muscoli come singole entità a sè stanti, ma come una serie di unità funzionali che lavorano in maniera complementare con una influenza reciproca; anche muscoli che si trovano lontani tra loro ( esempio i glutei ed i muscoli trapezi) sono comunque collegati dalle fasce connettivali che rivestono tutti i muscoli e come detto hanno funzioni che si completano nel mantenimento delle posture e nell’esecuzione dei movimenti.

Un altro concetto fondamentale è quello dell’Antagonismo Complementare: ovvero muscoli che svolgono azioni contrapposte (esempio bicipite flessore di gomito e tricipite estensore) non lavorano in un vero antagonismo ma in un equilibrio complementare in cui ci deve essere un equilibrio nelle tensioni fasciali.

Dal punto di vista Anatomico viene suddiviso in tre catene principali :

  • Maestra Posteriore: Ischio Tibiali, Tricipite surale, Pelvi Trocanterici (Glutei e rotatori esterni), Spinali, Retto femorale (unico che in realtà è posizionato anteriormente).
  • Maestra Anteriore: Sistema di sospensione del Diaframma, IleoPsoas, Adduttori, Tibiale Anteriore.
  • Laterale dell’Anca: Fascia Lata, Tensore della Fascia lata, fibre superiori del Grande Gluteo.

Dal punto di vista Funzionale si parla di :

Funzione Statica: è la funzione che ci permette di mantenere tutte le posizioni che assumiamo ovvero come generalmente viene detto ci permette di mantenere la nostra postura (stare seduti o in piedi e in generale tutte le posizioni da noi assunte). Ma non si intendono solo posture statiche, perchè in realtà questi muscoli che possiamo anche definire Stabilizzatori Locali e Globali o Posturali hanno la funzione di Stabilizzare i segmenti ossei sia nelle posture statiche sia durante le attività dinamiche. Emblematica è l’azione del muscolo multifido (muscolo che si inserisce a tutti i livelli vertebrali tra i processi spinosi e trasversi delle varie vertebre dorsolombari) che stabilizza ogni livello vertebrale durante le posture statiche e dinamiche.

La Funzione statica viene ancora suddivisa in tre funzioni principali:

  • Estensione: ovvero mantenere le posizioni erette e avere sempre l’orizzontalità dello sguardo.
  • Sospensione: i muscoli, insieme ai legamenti e alle articolazioni “rigide” (che sono prive o con pochi gradi di movimento e sono unite da strutture fibrose o dischi cartilaginei), permettono di sostenere ad esempio il braccio a livello dell’articolazione della spalla (deltoide, cuffia dei rotatori e capo lungo del bicipite) o la gabbia toracica (muscoli spinali dorsali, sistema sospensorio del diaframma ) contro la forza di gravità che tende a lussare queste strutture.
  • Tensioni Reciproche: ciò che permette di mantenere il corretto posizionamento e allineamento delle articolazioni (esempio le tensioni reciproche del quadricipite e dei flessori della coscia per mantenere il giusto allineamento del ginocchio).

Funzione Dinamica: è svolta dai cosiddetti muscoli Mobilizzatori Globali che producono movimenti rapidi e balistici e sviluppano maggior forza. Un esempio è rappresentato dal muscolo ileo-costale della schiena che è responsabile dei movimenti rapidi e di maggior forza del rachide dorsolombare.

Squilibri posturali e Dolore Cronico

Il nostro corpo è sottoposto quotidianamente ad attività ripetitive in ambito lavorativo (si tratta spesso di attività sedentarie con molte ore passate davanti ad un computer, al telefono o in macchina o viceversa mansioni in cui si sollevano continuamente carichi pesanti sempre con gli stessi schemi motori ), sportivo ( in allenamento si ripetono gesti specifici per migliorare la qualità delle performance, ma se eseguiti scorrettamente o utilizzando catene muscolari retratte si favorisce l’insorgere di problematiche muscolari e articolari) e domestico ( attività di gestione della casa o del proprio tempo libero). In ognuna di queste situazioni si mantengono a lungo posture fisse che spesso sono errate e nocive o si compiono scorrettamente movimenti ripetuti.

A ciò si aggiunge un importante fattore aggravante, ovvero lo Stress psicofisico. Come risulta da numerosi studi scientifici uno stato di stress emotivo continuo e ripetuto ( sia esso causato da fattori emozionali personali o da pressioni esterne quali ad esempio le esigenze lavorative ) ha un effetto di attivatore del Sistema Nervoso Autonomo (SNA). Il SNA è il centro nervoso che regola tutte le funzioni Interne Vegetative del corpo umano ed ha nell’Ipotalamo la sede di regolazione centrale; a seconda delle esigenze e degli stimoli che il corpo riceve esso libera specifici neurotrasmettitori che hanno come scopo due effetti contrapposti : 1) attivare meccanismi catabolici (regolazione ergotropica); 2) attivare una reazione più modulatrice e di ripristino della normale situazione con meccanismi anabolici (regolazione trofotropica). Condizioni di stress prolungato nel tempo stimolano l’attività ergotropica del SNA portando effetti negativi quali:

  • Aumento del tono ed Iperattivazione Muscolare.
  • Accorciamento delle fibre muscolari.
  • Retrazione del tessuto Connettivo Fasciale che riveste i muscoli.
  • Perdita elasticità.
  • Ridotto apporto O2 e nutrienti.
  • Riduzione della forza e resistenza muscolare.
  • Irritazione fibre nervose
  • Dolore locale e Dolore Irradiato

L’insieme di queste concause porta ad uno squilibrio dei muscoli Posturali; in particolare alcuni saranno sottoposti ad un maggior carico di lavoro e di conseguenza con il tempo saranno sempre più “accorciati” e contratti ed i muscoli antagonisti complementari saranno “allungati” e più deboli.

Si parla così di Fisiopatologia Muscolare.

Un muscolo ipertonico e retratto subisce delle modificazioni quali:

  • perdita di elasticità;
  • perdita della capacità di allungarsi ;
  • perdita di forza;
  • perdita di resistenza.

E con il tempo ha modificazioni strutturali dovute ad una condizione di ischemia cronica che causa una riduzione dell’apporto sanguigno , quindi una minor concentrazione di Ossigeno e sostanze nutrienti e come conseguenza una minore capacità di produrre energia da parte delle miocellule con una conseguente riduzione delle fibre contrattili. Viceversa si ha un aumento locale delle sostanze di rifiuto del catabolismo cellulare le quali hanno effetto irritativo sulle fibre nervose locali e portano ad una Sensibilizzazione Periferica. Quando gli stimoli dolorosi si protraggono a lungo per la mancata risoluzione delle cause può avvenire un fenomeno chiamato Centralizzazione del Dolore ovvero si ha un’ipersensibilizzazione dei neuroni del Sistema Nevoso Centrale che porta a percepire come dolorosi anche stimoli che non lo sono (ad esempio semplici stimoli tattili. Questo è il meccanismo del dolore cronico.

Se non viene individuata e corretta la causa o le cause principale, quelli che nascono come problemi locali si trasmettono ad altri distretti corporei, proprio perchè come detto in apertura i muscoli sono collegati tra loro nella loro organizzazione e si influenzano.

Inoltre il nostro corpo ed il nostro sistema nervoso mette in atto meccanismi di difesa che ci permettano di vivere la quotidianità svolgendo le nostre attività senza il problema del dolore. Accade così che si sviluppino dei compensi cioè si assumono delle posizioni diverse da quelle fisiologiche per non sentire dolore. Ma questo porta solo ad ulteriori squilibri per cui da cause abbastanza semplici e circoscritte si può passare a sindromi dolorose che coinvolgono vari distretti del corpo con sintomatologie complesse, dolori irradiati ed importanti limitazioni funzionali (cervicobrachialgia, cefalee muscolotensive e cervicogeniche, dorsalgie con dolori costali e sternali, lombalgie accompagnate da problematiche radicolari o pseudoradicolari).

Obiettivi e Principi di Trattamento

L’RPG ha come obiettivo primario quello di intervenire sulle alterazioni dei muscoli statici posturali andando a ricercare la causa primaria che è causa del dolore originario e dei compensi che ne derivano ed ha tre caratteristiche fondamentali:

INDIVIDUALE: ogni patologia muscoloscheletrica, seppur con caratteristiche di base comuni, è legata alla persona cioè ha delle caratteristiche individuali che dipendono da una serie di fattori anatomici strutturali ed ambientali esclusivi, che quindi cambiano da una persona all’altra. L’RPG analizza e propone trattamenti individualizzati e non stereotipati.

CAUSALE: come già detto, nella valutazione iniziale , ma costantantemente anche nelle sedute successive, viene ricercata la causa primaria . (Es: dolore cervicale che può essere legato a rigidità lombare la quale a sua volta deriva da una retrazione primaria ai muscoli posteriori della gamba…..)

GLOBALITA‘: il trattamento è rivolto alla messa in tensione globale delle catene muscolari andando quindi ad intervenire sia sul sintomo ma soprattutto sulla causa primaria.

In contrapposizione al meccanismo patologico muscolare visto in precedenza la RPG fa ricorso ad un “ESERCIZIO TERAPEUTICO” che sfrutta come meccanismo d’azione l’allungamento della componente muscolare retratta e il rilasciamento riflesso del muscolo stesso che viene generato dal sistema nervoso centrale in risposta ad uno stretching prolungato nel tempo.

Tale esercizio si realizza con l’utilizzo di posture attive guidate dal Fisioterapista che coinvolgono tutto il corpo, sfruttando delle contrazioni muscolari a bassa intensità , in cui le catene muscolari vengono messe in allungamento progressivo per un tempo prolungato.

Il Fisioterapista utilizza tecniche manuali per l’allungamento muscolare e per il trattamento delle problematiche articolari.

Viene svolto infine un lavoro di integrazione dinamica per il recupero di una piena coscienza posturale , in cui vengono rieducati i corretti meccanismi di attivazione neuromuscolare ricreando una automatizzazione delle posture corrette e la capacità di autocorrezione.

I programmi si strutturano in cicli da 5-10 sedute individuali della durata di circa un’ora con una seconda fase di mantenimento in cui le sedute hanno cadenza mensile o ancora più dilatata a seconda dei casi.

Gli obiettivi sono:

  • Ripristino della fisiologia muscolare.
  • Decompressione articolare e restituzione della libertà di movimento articolare.
  • Scomparsa del dolore.
  • Recupero di una corretta igiene posturale e sviluppo della capacità di automonitorizzazione e autocorrezione.

Rieducazione Posturale Globale (RPG) delle Scoliosi e Dismorfismi del Rachide in età evolutiva

La RPG trova una indicazione elitaria nel trattare i Paramorfismi e Dismorfismi del Rachide (Scoliosi, Dorso curvo), siano essi di natura idiopatica, antalgica e posturale.
In particolare la Scoliosi in età evolutiva è una patologia che condiziona fortemente la crescita e lo sviluppo del bambino/adolescente non solo in termini fisici ma anche psicologici e sociali, soprattutto nei casi più complessi con una rapida progressione della deformità che porti all’indicazione di utilizzo di busti ortopedici o al rischio di intervento chirurgico.
Diventa pertanto prioritario contenere e ridurre l’impatto di questa problematica con un intervento che ne limiti la progressione, migliorando la qualità di vita dei ragazzini nel loro presente e anche e soprattutto in ottica futura in prevenzione delle complicanze che possono presentarsi in età adulta.
Nelle sedute di RPG il Fisioterapista utilizza posture di allungamento fasciale e muscolare atte al riequilibrio delle catene muscolari, ricercando il recupero della simmetria del rachide e l’eliminazione dei compensi che si possono presentare ad esempio a livello del bacino, degli arti inferiori o nei distretti più periferici.
Attraverso un’integrazione attiva il paziente viene educato a una migliore coscienza Posturale e ad una Autocorrezione che applicate nel tempo riducono le deviazioni della colonna e i compensi legati alla Scoliosi o ad altri Dismorfismi.

Manipolazione fasciale

Manipolazione Fasciale significa spostare lo sguardo terapeutico dal trattamento della conseguenza a quello della causa; a differenza della medicina tradizionale che esalta il controllo ormonale, chimico e neurologico degli organi interni, questo approccio riconosce l’importanza dell’equilibrio fisiologico dell’organismo e si concentra sui motori primi dell’articolazione, risalendo le cause del dolore per riportare l’organismo al suo equilibrio fisiologico. Con l’obiettivo di migliorare la qualità della vita del paziente, si usa uno sguardo aperto e un approccio multimodale valorizzando l’ascolto attivo del paziente e dei segnali inviati dal suo corpo. Spesso è sufficiente una sola seduta mirata per risolvere un dolore che si trascina da anni.

Punto di forza e di discontinuità con gli approcci terapeutici classici è l’attenzione al motore dell’azione, il riconoscimento della fascia come direttore d’orchestra del movimento. La fascia è, infatti, la membrana in grado di coordinare tutte le variabili in gioco nell’atto motorio.

L’approccio terapeutico di Manipolazione Fasciale riconosce la presenza di particolari punti capaci di provocare, alleviare e risolvere, se trattati, i sintomi dolorosi; definiti come Centri di Coordinazione, questi punti sono il cuore del trattamento fasciale in quanto sede primaria della tensione che genera il sintomo doloroso.

Subito dopo la seduta il dolore diminuisce notevolmente e risultano invece maggiori l’escursione articolare e la forza muscolare. Dopo alcuni minuti comincia la fase reattiva infiammatoria che permette alla fascia e alle fibre collagene il corretto rimodellamento; questa fase, necessaria al raggiungimento dell’equilibrio fisiologico precedente all’infiammazione, può durare fino a 48 ore.

Disturbi molto diversi possono trovare soluzione nella Manipolazione Fasciale: cefalee, dolori intercostali, lombosciatalgie, gonalgie, neuroma di Morton, tunnel carpale, tendiniti e distorsioni, oltre a disturbi degli organi interni.

Massoterapia distrettuale reflessogena

La Massoterapia è una tecnica di trattamento che si realizza in una serie di manovre specifiche mirate a modificare e regolare la vascolarizzazione cutanea ed il tono muscolare. In particolare, durante il massaggio avvengono una serie di cambiamenti sul piano neurologico (azione ipotonica), su quello vascolare (azione di vasodilatazione) e su quello biochimico (azione antalgica tramite la liberazione di istamina ed endorfine). Gli effetti si hanno a livello della cute, migliorando il microcircolo locale, favorendo il ritorno venoso ed esplicando un’attività analgesica per stimolazione dei recettori nervosi. A livello muscolare si verifica l’aumento del tono o, a seconda delle manovre, un rilassamento.

Terapia Manuale, Mobilizzazioni Articolari (concetti Maitland , Mulligan, Kaltenborn)

È un sistema di analisi, valutazione e trattamento dei disturbi Muscoloscheletrici. Le tecniche utilizzate si basano su mobilizzazioni articolari manuali, trattamento dei tessuti molli (muscolare e fasciale), tecniche neurodinamiche e stretching statico e dinamico.
La mobilizzazione articolare, oltre a permettere il recupero della mobilità fisiologica nonché dei movimenti accessori delle articolazioni, svolge un’importante azione di modulazione sui recettori afferenti presenti nell’articolazione e nei tessuti circostanti (legamento, capsula articolare, tessuto fasciale) che si traduce in una neuromodulazione a livello del SNC con effetto antalgico ed un riequilibrio delle informazioni propriocettive afferenti.

Trattamento delle Cefalee di tipo tensivo e cervicogeniche

Il continuo aggiornamento dei professionisti del nostro studio vuole offrire anche al paziente che soffre di cefalee un percorso di valutazione e trattamento individualizzato e specifico che tenga conto della complessità e della natura eterogenea dei sintomi.
Il mal di testa è uno dei sintomi più diffusi al mondo. Ne esistono circa 360 tipi con differenti origini ad esempio stress, traumi, cambiamenti climatici ed alcune tuttora di difficile comprensione.
Solo alcuni di questi possono essere trattati con la fisioterapia ed in particolare:

  • Cefalea di tipo TENSIVA:

Solitamente si presenta con dolore bilaterale sulla fronte, gli occhi, sopra la testa, zona occipitale . É un dolore che viene descritto come oppressione, pesantezza, bruciore, sensazione di peso, solitamente non troppo intenso e raramente presenta vomito e fotofobia.

  • Cefalea CERVICOGENICA:

Quasi sempre si presenta unilateralmente, spesso il dolore inizia dal collo e arriva all’occhio, tende ad incrementare con il movimento e con posizioni mantenute della testa in estensione e in rotazione

  • EMICRANIA:

Solitamente (circa l’80% ) si presenta con un dolore unilaterale, il più frequente sulla tempia e sull’occhio. Si tratta di un dolore trafittivo, pulsante e molto intenso e mediamente dura dalle 4 alle 72 ore. Sono spesso presenti nausea, fotofobia e fonofobia (si sopportano con difficoltà suoni e luce).
Per facilitare l’inquadramento del tipo di cefalea è consigliabile tenere un DIARIO DELLA CEFALEA annotando il giorno, l’intensità, la durata, se ci sono stati fattori scatenanti o attenuanti e per le donne, il periodo del ciclo mestruale.
Spesso le cefalee si presentano associate ad altre problematiche ed in tali casi il trattamento fisioterapico può portare ad una soluzione parziale della sintomatologia.
Per tutte le altre tipologie di cefalee è consigliata una valutazione presso un Centro Cefalee specializzato.
Nello specifico il trattamento può comprendere:

  • Tecniche di mobilizzazione e/o manipolazione articolare
  • Esercizi attivi specifici per la correzione degli alterati pattern di movimento
  • Trattamento dell’articolazione temporo-mandibolare
  • Tecniche miofasciali
  • Trattamento dei Trigger Points
  • Riposizionamento chinestesico/propriocettivo
  • Allenamento della coordinazione oculomotoria

Rieducazione dei colpi di frusta

Il Colpo di Frusta (WAD – Whiplash Associated Disorders) è una problematica muscolo-scheletrica complessa che comprende diversi sintomi fisici e psicologici in conseguenza a traumi diretti o indiretti del tratto cervicodorsale. Si tratta di uno degli eventi traumatici statisticamente più frequenti negli incidenti stradali (tamponamenti). Il sintomo più frequente è il dolore, a cui possono associarsi rigidità, vertigine, perdita di equilibrio, disturbi visivi, debolezza, formicolii, difficoltà di concentrazione e perdita di memoria.
Il dolore può comparire a partire dalle prime ore post trauma (nei casi in cui il trauma sia stato più intenso) o pochi giorni dopo e tende a persistere nella fase cronica. Inoltre si possono presentare sintomi occulti che nella “classica” pratica clinica non vengono identificati e trattati. Si tratta di disturbi della percezione del posizionamento e del controllo del movimento del collo, della coordinazione del movimento tra occhi e testa e dell’ equilibrio. Queste disfunzioni sono presenti soprattutto in chi ha più dolore e più limitazione nei movimenti e non si risolvono spontaneamente se non trattate in maniera specifica. Viene inoltre ipotizzato che la loro persistenza possa portare a futuri episodi di cervicalgia e disturbi ad essa correlati quali la cefalea di tipo tensiva o cervicogenica.
Per questo motivo assume grande importanza una valutazione del sistema muscolare e senso-motorio ed un trattamento fisioterapico precoce, entro 30 giorni dal trauma, per evitare che tali alterazioni si strutturino e perdurino nel tempo.
Lo Studio Fisioterapico Riabilito segue le più recenti linee guida nel trattamento dei disturbi associati a colpo di frusta e alle problematiche cervicali utilizzando progetti riabilitativi in cui vengono combinate tecniche di  terapia manuale per il trattamento articolare e muscolare e programmi di esercizi terapeutici mirati ad intervenire sulle disfunzioni presentate nello specifico dal paziente

Trattamento Dolore Cronico

Il dolore è un fenomeno complesso e difficilmente semplificabile. Viene definito come “un’esperienza spiacevole sensoriale ed emozionale associata ad un danno tissutale reale o potenziale”. Il dolore è un campanello d’allarme che ci avverte che qualcosa non va nel nostro corpo.
Può essere acuto, ad insorgenza improvvisa , oppure cronico quando dura nel tempo.
Il dolore acuto è associato ad una causa chiara ed indentificabile, ad esempio un trauma. Il dolore cronico spesso non ha una causa identificabile ed ha una durata che supera i 3 mesi, ad esempio lombalgia aspecifica.
Il dolore cronico ha un forte impatto sulle persone e sulla società in quanto affligge sino al 20% della
popolazione italiana (19% la percentuale a livello europeo) ed influisce in termini di limitazione della partecipazione alle attività di vita quotidiana, riduzione della capacità lavorativa e depressione.
Nel paziente con dolore cronico avvengono delle modificazioni nel sistema di elaborazione del dolore, in particolare la Sensibilizzazione del Sistema Nervoso Centrale porta la persona a percepire come dolorosi stimoli innocui come imput termici (caldo/freddo) o tattili (sfioramento) o ancora stimoli che avvengono in zone lontane alla zona originaria di dolore. Tutto questo avviene senza che ci sia un reale danno o processo infiammatorio in corso.
Presso il nostro studio seguendo le più attuali Evidenze Scientifiche nel Trattamento del dolore Cronico è possibile identificare i soggetti in cui è in atto una Sensibilizzazione Centrale, escludendo altre cause di natura patomeccanica o infiammatoria, e di trattare le problematiche di Dolore Cronico attraverso ad un intervento di natura Biopsicosociale.

Trattamento Neurodinamico

La mobilizzazione del sistema nervoso o neurodinamica è una tecnica fondata sulla conoscenza approfondita del sistema nervoso centrale e periferico (midollo spinale, meningi, nervo periferico, tessuto connettivo neurale) e sui meccanismi che determinano una sensazione dolorosa.
Questa metodologia si inserisce all’interno del normale iter riabilitativo aggiungendo ulteriori punti di vista e possibilità di trattamento.
Nello specifico, questa tecnica permette di:

  • discriminare le cause sintomatiche di natura meccanico/infiammatoria da quelle di origine neurogena ed agisce specificatamente sul tessuto nervoso o sulle  strutture contigue.
  • trattare il dolore cronico o l’ipersensibilità centrale che può permanere anche a distanza dalla lesione.

La neurodinamica utilizza movimenti selettivi, specifiche posture, trattamenti manuali sul decorso del nervo che permettono di trattare il sistema nervoso (in particolare la componente periferica) e le strutture circostanti.
A livello pratico sfruttiamo i concetti di Tensioner (messa in tensione), slider (scorrimento) e interfaccia (parti anatomiche) per ottenere a seconda della valutazione i seguenti risultati:

  • Detensione-rilassamento del nervo (molto importante nei casi di dolore cronico).
  • Miglioramento degli scambi metabolici del sistema nervoso periferico.
  • “Sbrigliamento” del tessuto nervoso nei casi di conflitto con differenti interfacce.
  • Miglioramento delle capacità elastiche del tessuto nervoso.

Può essere utilizzata per il trattamento di sindromi comuni quali fasciti plantari, gomito del tennista, radicolopatie, sindrome del tunnel carpale e dolore vertebrale.

Massaggio connettivale reflessogeno

Il massaggio connettivale è un massaggio reflessogeno, il cui obiettivo terapeutico è l’evocazione di meccanismi riflessi anche in zone assai distanti dal punto o segmento corporeo in cui si pratica il massaggio.
Lo stimolo esercitato sulla cute agisce per via riflessa sia sulla muscolatura liscia che su quella scheletrica, quindi è importante per varie patologie ortopediche o reumatologiche, in quanto induce effetti analgesici e decontratturanti.
Indicazioni: contratture muscolari, trattamento di cicatrici sclerotiche, stasi venosa e linfatica degli arti, facilitazione dell’azione respiratoria.
Controindicazioni: stati febbrili, infettivi e infiammatori, gravi stati ipotensivi, zone del corpo che siano sede di anastomosi vascolari (cavo popliteo, ascellare, piega del gomito), presenza di neoplasie (limitatamente all’area interessata).

Metodica Cyriax (massaggio traverso profondo)

Il Dr. James Cyriax ha dedicato la sua lunga carriera professionale al St. Thomas’s Hospital di Londra (tra gli anni ’40 e i primi anni ’80) allo sviluppo e al perfezionamento di un metodo diagnostico e terapeutico delle ni dei tessuti molli dell’apparato locomotore. Il metodo da lui elaborato consiste in una valutazione a turno della funzione di ogni tessuto mobile: le risposte positive e negative ottenute con i test di tensione
selettiva formano uno schema (pattern). Tale schema viene interpretato, sulla base dell’anatomia applicata, er poter raggiungere una valutazione più esatta possibile sulla posizione, natura, dimensioni e stadio di ogni lesione dei tessuti molli. Il metodo Cyriax riguarda quindi la diagnosi e la terapia delle lesioni dei tessuti molli dell’apparato locomotore; il Dr. Cyriax sviluppò un sistema che, attraverso l’anamnesi, l’ispezione, l’esame funzionale, la palpazione e, se necessario, l’infiltrazione diagnostica, permette di raggiungere una  precisa. Successivamente ideò anche un sistema terapeutico nel quale sono utilizzati: Massaggio Trasverso Profondo (Deep Friction), mobilizzazione, manipolazione, trazione, infiltrazione ed iniezione intra-articolare.
L’esame funzionale si basa essenzialmente su test selettivi (Selective Tensions) che permettono di valutare
nel modo più puro possibile le diverse strutture interessate. Vengono utilizzati :

  • test passivi che permettono di valutare l’integrità delle strutture inerti (capsula, legamenti, borsa, menisco…) e di differenziare tra schema capsulare e schema non capsulare. Lo schema capsulare (“capsular pattern”) è l’insieme del dolore, della limitazione e della sensazione di fine corsa che fa pensare all’articolazione nel suo complesso. Ogni articolazione possiede un proprio schema capsulare caratteristico. Lo schema non capsulare (“non capsular pattern”) è ogni altra combinazione differente dallo schema capsulare.
  • test resistiti (contrazioni isometriche massimali da posizione neutra) per valutare le strutture contrattili: muscolo, tendine, giunzione tenomuscolare e tenoperiostea. La terapia mirerà a frenare il più possibile la reazione infiammatoria post-traumatica per mezzo del Massaggio Trasverso Profondo (MTP).

Indicazioni:

  • Piccole rotture muscolari
  • Lesioni tendinee
  • Piccole lesioni legamentose

Il massaggio trasverso profondo è spesso il miglior trattamento.

Miofibrolisi Diacutanea

La miofibrolisi diacutanea (il prefisso dia deriva dal greco dià, ossia attraverso; quindi fibrolisi attraverso la cute) è una metodica messa a punto da un fisioterapista svedese, Kurt Ekman; tale metodica, si avvale di particolari strumenti detti fibrolisori, viene utilizzata in vari ambiti quali quello ortopedico, fisiatrico e sportivo ha mostrato interessanti risultati in varie situazioni morbose a carico di tessuti molli e nelle fibrosi pararticolari e periarticolari.
In caso di eventi patologici, il corpo umano può tentare di riparare il tessuto, in maniera non sempre ottimale, creando le cosiddette “cicatrici” , che possono essere nodulari oppure delle aderenze fibrose. La miofibrolisi diacutanea cerca di avviare o accelerare il processo di riassorbimento,
riportando il tessuto in condizioni di normalità.
Se effettuata in modo corretto la miofibrolisi diacutanea ha, nelle situazioni morbose citate poco sopra, un’efficacia superiore a quella dimostrata da altre metodiche fisioterapiche (massoterapia, ultrasuoni, tecar, ecc.).
La fibrolisi ha mostrato una certa utilità non solo a fini terapeutici, ma anche diagnostici; grazie a essa infatti si è in grado di localizzare eventuali formazioni fibrose nei tessuti molli; i fibrolisori infatti, grazie alla loro particolare forma, permettono l’esplorazione e la localizzazione di processi reattivi.

La Tecnica
La strumentazione che viene utilizzata per effettuare la fibrolisi diacutanea consiste sostanzialmente in una serie di fibrolisori in acciaio inox dalla diversa curvatura e forma.
Una seduta di fibrolisi diacutanea consta sostanzialmente di due fasi; la prima è quella diagnostica, mentre la seconda consiste nell’intervento manuale vero e proprio. Il terapista agisce in modo diverso a seconda della profondità della formazione fibrosa.
Il fine ultimo della fibrolisi è quello di riuscire nel giro di poche sedute a frammentare meccanicamente il corpo fibroso. Se non è possibile effettuare una frammentazione completa, talvolta si rivela sufficiente l’allontanamento del corpo fibroso dalle terminazioni sensitive irritate responsabili dei sintomi dolorosi.
La fibrolisi non è una metodica indolore e il dolore in certi casi può essere particolarmente intenso, in particolar modo nei punti in cui sono presenti le maggiori aderenze. Terminata la seduta non è escluso un temporaneo riacutizzarsi della sintomatologia dolorosa; questo problema però tende a risolversi nel giro di poco tempo.
La fibrolisi diacutanea è controindicata nel caso di soggetti affetti da notevole fragilità capillare o da disturbi della coagulazione.
La metodica è altresì sconsigliata nei soggetti molto anziani e in tutti coloro particolarmente sensibili alle stimolazioni dolorose.

Rieducazione Funzionale attiva in palestra : propriocettiva, stretching, mobilità articolare. Individuale
o in gruppo (max 4 persone)

La propriocezione è la capacità di percepire e riconoscere la posizione del proprio corpo nello spazio e lo stato di contrazione dei propri muscoli, anche senza il supporto della vista.
È resa possibile dalla presenza di specifici recettori, sensibili alle variazioni delle posture del corpo e dei segmenti corporei, che inviano i propri segnali ad alcune particolari aree encefaliche.
La propriocezione assume un’importanza fondamentale nel complesso meccanismo di controllo del movimento. A seguito di un trauma o dell’utilizzo scorretto del movimento corporeo la sensibilità propriocettiva viene alterata e quindi il sistema di scambio “informazioni recettori-encefalo” non funziona più correttamente.
La rieducazione propriocettiva serve a ridare al soggetto la capacità di avvertire l’orientamento delle proprie articolazioni nello spazio, sia in posizione statica che in fase dinamica. Attraverso una buona percezione si migliora anche la capacità di controllo.
Nelle sedute di rieducazione in palestra si svolgono esercizi per il recupero della completa escursione di movimento articolare, esercizi di stretching per le varie catene muscolari e allenamenti della propriocezione per il recupero della percezione e del controllo neuro-muscoloscheletrico.
Questa modalità di rieducazione è indicata in fase post-chirurgica e consigliata dopo cicli di trattamento individuali per progredire e completare nel recupero attivo.

Rieducazione delle disfunzioni del movimento (concetto Kinetic Control)

E’ un sistema di valutazione clinica e rieducazione delle disfunzioni legate al movimento mediante la stabilizzazione a livello locale /segmentale e globale e l’integrazione funzionale individualizzata.
Gli studi scientifici hanno dimostrato come spesso l’origine del dolore muscoloscheletrico è sconosciuta. Si ritiene che la perdita di controllo nelle posture statiche o nel  movimento (traslazione o movimenti fisiologici) può portare ad uno stress meccanico dei tessuti.
In particolare lo scarso controllo dei muscoli chiave più profondi che si definiscono Stabilizzatori (locali o globali) o il loro eccessivo accorciamento/allungamento, in concomitanza ad una alterazione dell’equilibrio lunghezza/forza dei muscoli più superficiali definiti Mobilizzatori, possono essere la causa o il fattore di mantenimento del dolore.
La rieducazione delle disfunzioni del movimento si basa sull’analisi, la valutazione ed il trattamento del movimento delle varie regioni del corpo (colonna vertebrale, arto superiore ed arto inferiore). Il ragionamento clinico basato sui fattori aggravanti e allevianti, sorretto da test appropriati, guida il fisioterapista nella sua scelta di esercizi appropriati e mirati.
Permette di mettere in relazione il dolore “meccanico” ad abitudini posturali e pattern di movimento scorretti mirando a correggerle mediante esercizi individualizzati e specifici.

Back School

La Back School è una vera e propria scuola che unisce i contributi della medicina, della chinesiterapia, dell’ergonomia, della psicologia e dell’educazione alla salute, finalizzata ad insegnare una metodica utile a prevenire e curare le algie vertebrali.
Il concetto di Back School è rivoluzionario in quanto riserva al Paziente un ruolo attivo per la buona riuscita del proprio trattamento. In presenza di dolore acuto è utile per riequilibrare tempestivamente le strutture della colonna vertebrale e ridurre il dolore. In presenza di dolore cronico è fondamentale per agire sulle cause che rendono persistente il dolore. Le ricerche hanno dimostrato che solo il 20% delle lombalgie è conseguenza di patologie del rachide, mentre la maggior parte delle lombalgie è dovuta a cause aspecifiche quali: posture e movimenti scorretti, stress psicologici, forma fisica scadente, sovrappeso, obesità e fumo, insufficiente conoscenza della colonna vertebrale. Il trattamento si propone, attraverso il movimento, di rendere elastici i tessuti rigidi, di aumentare il tono di quelli deboli e di insegnare le posture corrette attraverso un percorso educativo.
La frequenza è bisettimanale, per un ciclo di 6 trattamenti della durata di 45 minuti.